LA DIVERSA FINE - Del Piero ha concluso la propria carriera in bianconero come meglio non poteva, con un titolo dopo tanti anni di agonia. Lui che ha preso la Vecchia Signora per mano nel 1993 per non lasciarla più, lui che l'ha portata sul tetto del mondo a Tokyo poco più di vent'anni fa, lui che non se l'è sentita di lasciarla nel momento del bisogno, accompagnandola tra gli stadi della Serie B, con il desiderio di riportarla là in alto. Lui che ci è riuscito e che a quel punto, con grande classe, si è fatto da parte. Una mano del destino su un evento che ha meritato un epilogo così bello, visto che già dall'inizio di quel 2011/12 si sapeva che il 13 maggio sarebbe stato l'ultimo giorno di Alex in maglia bianconera. Sì, perchè Del Piero fu "messo alla porta", ma questo annuncio preventivo ha reso l'addio ancor più intriso di magia ed emozione. Una sorta di ultimo tour di una grande rockstar alla ricerca dell'ultimo grande assolo, arrivato con lo scudetto. Sfilate e applausi un po' ovunque, ma non passerella, ancora partite vere. Del Piero era ancora al centro: sì partiva dalla panchina, ma entrava per incidere, per cambiare il risultato, riuscendoci spesso. Lazio, Inter e Atalanta. E qui c'è la grande differenza. La scorsa annata di Totti è stata qualcosa di incredibile, un colpo dietro l'altro a segno e la sensazione di poter continuare a lungo. Il nuovo (ultimo) contratto però non ha fatto lo stesso effetto. Ora il 10 della Roma è quasi un esubero, lì come un'ombra ingombrante, ma relegato a pochi e sciapi minuti di gara.
IMMERITATO - Modi e tempi fanno la differenza nella vita, così come nel calcio. Da giro d'onore a esubero - per quanto uno come Totti non possa mai essere considerato tale - il passo è breve. Un trattamento immeritato, anche proprio perchè poco ragionato, come si diceva. Certamente avrà anche lui il suo giro di campo all'Olimpico e sarà un'emozione unica, ma probabilmente sarà ricca di rancore per una decisione troppo fresca per essere digerita.
IL MINUTO - L'ultimo confronto con gli eterni rivali lo vedrà ancora partire dietro le quinte, incerto dell'impiego. La fine sarà diversa, e tutto questo lo testimonia. Quel giorno, quel 13 maggio 2012 Alex Del Piero lasciava la Juve, ma lo faceva con il sorriso, con la consapevolezza di aver tutto il possibile. Il gol, lo scudetto, le lacrime, il giro di campo.